Come lo spiegherei al mio cane... se lo avessi




Bene, sembra sia giunto il momento di aumentare il livello di entropia del web... Mi accingo quindi a scrivere il primo articolo della MIA sezione e, visto che quelli delle altre sono stati fino ad ora fin troppo seriosi, mi sento in obbligo di spezzare la tensione mandandovi, prima di tutto, comodamente a cagare.

Chiarite quindi le velleità nonsense e trash dei miei post, presenti e futuri, possiamo anche passare oltre.

Di cosa parliamo oggi? Trollface, la morte di Justin Biber, io che sogno di cantare Awimbawe davanti ad un pub?? Purtroppo no... mi dispiace ma non parleremo di nessuno di questi tre argomenti, anche se prometto di rilasciare una versione "canta con me" di Awimbawe.

Vorrei iniziare la mia rubrica (che bel termine gaio) con una domanda "alla pene di segugio" :
Perché il cielo notturno è nero?

Per quei pochi che stanno continuando a leggere vorrei dirvi che nessuno sarà orgoglioso di voi per questo, ma avete comunque vinto una copia gratuita del mio "canta con me" con Awimbawe.

Tornando a bomba alla domanda, premettiamo che essa non è affatto banale e né completamente stupida, anzi, se vorrete pavoneggiarvi al bar  potrete dire che questa domanda è all'origine del "famoso" Paradosso di Olbers!

In effetti sono sicuro che uno smodato numero di voi si sia chiesto il perché, se è vero che le stelle sono praticamente infinite, il cielo notturno non è bianco invece di nero, dovendo esserci almeno una stella per punto?

Prima mi sembra giusto punire la vostra perseveranza parlando prima di quelle che sono state le diverse soluzioni a questo temibile problema date nel passato. Esse sono:

  • La prima; cara soprattutto ai più fanatici delle sacre scritture, ed elaborata probabilmente da un branco di scimmie, prevede che in realtà il cosmo non sia affatto infinito, nemmeno virtualmente, anzi esso sarebbe estremamente limitato. Il cielo nero verrebbe quindi giustificato da una carenza effettiva di stelle, il tutto condito con una bella dose di geocentrismo.
  • La seconda; anch'essa balenga, ipotizza che tale carenza di luminaria sia dovuta ad un cosmo fortemente "inquinato" ove copiose nebulose oscurano la radiazione luminosa proveniente da buona parte delle stelle. Tale teoria potrebbe apparire seducente ma, in realtà, è fallace, a causa della Radiazione di Corpo Nero, che prevede una riemissione della stessa quantità di luce, una volta scaldatesi, da parte delle nebulose.
La soluzione più recente abbandona, invece, quei presupposti erronei che portano poi ad un epicfail nella formulazione di una risposta, e presuppone quindi che : l'universo non è infinito ed esiste da un tempo limitato e, soprattutto, la velocità della luce è finita! In pratica vuol dire che non abbiamo accesso a tutta la radiazione luminosa presente nel cosmo in quanto essa deve ancora arrivarci.
Prendendo ad esempio una ipotetica galassia situata a 14 miliardi di anni luce da noi, e supponendo che essa abbia cominciato ad emettere nel visibile 10 miliardi di anni fa, dovremo aspettare ancora altri 4 miliardi di anni per poterne ricevere le prime radiazioni. Inoltre, stelle e galassie, hanno una data quantità di energia che possono emettere prima di spegnersi, quindi, mano a mano che ci arriva radiazione da sempre più lontano, le sorgenti più vicine si saranno già spente, limitando il numero totale di stelle visibile nell'universo.

Va poi aggiunto che anche supponendo un universo con infinite galassie non si avrebbe comunque un cielo notturno completamente illuminato a causa dello spostamento verso il rosso (redshift). Le sorgenti più lontane si allontanano da noi osservatori con velocità prossime a quelle della luce, e così come l'effetto doppler rende grave il suono delle sirene della ambulanze in allontanamento, qui distorce la radiazione luminosa abbassandone la frequenza fino a renderla impercettibile all'occhio umano.

Ovviamente il tutto è frutto di un estenuante copia/incolla e di "googlate a nastro" (termine caro soprattutto alla nostra unica redattrice) e, non essendo la fisica un discorso da Bar/Blog, voglio subito mettere le mani avanti dicendo "Ma è il mio primo giorno..." (.cit).

Se non verrò censurato né reso inerme prima vi titillerò nuovamente i gangli nervosi nel prossimo articolo, con una storia spaziale molto romantica.

Giobba



Responses

1 Respones to "Come lo spiegherei al mio cane... se lo avessi"

Unknown ha detto...
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